Una professoressa in coda per il permesso di soggiorno: la storia di un aiuto inaspettato

La storia di Rachela Baroni, professoressa di italiano e storia all’istituto enogastronomico Beccari di Torino, rappresenta un esempio toccante di come l’empatia e la solidarietà possano fare la differenza in situazioni critiche. Lunedì 20 gennaio, Rachela ha deciso di accompagnare una sua studentessa di 18 anni, originaria della Nigeria ma nata in Italia, all’Ufficio immigrazione della questura di Torino per cercare di rinnovare il permesso di soggiorno scaduto. Questa scelta è nata dalla profonda preoccupazione della docente per le sofferenze vissute dalla giovane.

La studentessa aveva tentato per un anno di accedere agli uffici senza successo. La presenza della professoressa, che ha confessato di non sapere se la sua presenza abbia realmente inciso sull’esito, ha comunque portato un raggio di speranza. “Siamo arrivate alle 5 del mattino e ci siamo messe in coda”, racconta Rachela. “Davanti a noi c’erano almeno 20 persone. Ho portato due seggioline da spiaggia, un thermos con tè e dei biscotti. Le condizioni erano difficili: pioveva e faceva freddo. Molti dormivano in tende e sotto i gazebo, qualcuno aveva acceso un fuoco per scaldarsi”. La scena che si presentava agli occhi dei passanti era quella di una coda rispettosa, ma intrisa di una disperazione palpabile, definita dalla docente “disumana”.

La pressione sugli uffici immigrazione

L’ufficio immigrazione di Torino, situato in corso Verona, è diventato un punto nevralgico per le persone straniere che risiedono nella Città Metropolitana. Con oltre 312 comuni, la pressione sugli uffici è alta e le attese diventano insostenibili. Gli studenti dell’istituto Beccari non fanno eccezione. La professoressa Baroni sottolinea che tra i 96 alunni senza cittadinanza, molti si trovano in situazioni precarie e rischiano di perdere i diritti fondamentali.

La situazione della studentessa

La situazione della studentessa di Rachela è ulteriormente complicata dalla recente morte della madre, avvenuta nell’agosto del 2023. Questo tragico evento ha avuto ripercussioni significative sulla sua salute mentale e fisica. Senza documenti, la ragazza non poteva nemmeno accedere a un medico di base, aggravando ulteriormente la sua condizione. Questo aspetto della sua vita ha messo in luce la gravità della condizione di molti giovani che, pur essendo nati in Italia, si trovano privi di diritti fondamentali a causa della mancanza di documentazione.

In un contesto di incertezze, la professoressa Baroni ha voluto rassicurare la sua allieva riguardo l’esame di maturità. “Nonostante le notizie allarmanti diffuse dai media, l’Ufficio scolastico regionale ha confermato che la mia studentessa potrà accedere all’Esame di Stato anche senza documenti”. Questa notizia ha portato un po’ di sollievo, ma la lotta per il permesso di soggiorno era ancora in corso.

Un passo importante verso il rinnovo

Giovedì 30 gennaio, Rachela e la sua studentessa si sono presentate alla questura centrale di corso Vinzaglio, dove sono state fornite indicazioni sui documenti necessari per avviare la pratica di rinnovo del permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare, dato che la sorella maggiore della ragazza è già cittadina italiana. “È stato un passo importante”, ha commentato la docente, “ma credo sia fondamentale creare percorsi di formazione e informazione per tutti gli studenti, affinché siano consapevoli delle procedure da seguire per il rinnovo del permesso o per ottenere la cittadinanza”.

La storia di Rachela e della sua studentessa è emblematicamente rappresentativa di una realtà che coinvolge migliaia di giovani in Italia. Molti di loro, sebbene nati e cresciuti nel nostro paese, si ritrovano a dover affrontare barriere burocratiche e sociali che li escludono da diritti fondamentali. Rachela ha espresso il suo desiderio di impegnarsi maggiormente in ambito civile, sottolineando l’importanza di schierarsi dalla parte dei più fragili e vulnerabili.

La sua esperienza non solo ha messo in luce una questione di grande rilevanza sociale, ma ha anche dimostrato come un gesto di solidarietà possa contribuire a far sentire qualcuno meno solo in un momento di profonda difficoltà. La storia di Rachela e della sua studentessa è, quindi, un richiamo a tutti noi: non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie che colpiscono i più deboli. La lotta per i diritti di chi è in una situazione di vulnerabilità deve essere una priorità per tutti.

Benedetta Lopez

Sono Benedetta Lopez, una viaggiatrice instancabile con una passione sfrenata per il mondo dello spettacolo. Ogni volta che esploro nuove destinazioni, mi perdo non solo nei paesaggi mozzafiato, ma anche nelle storie che i luoghi e le culture hanno da raccontare. La mia penna si muove veloce, cercando di catturare l'essenza di ogni esperienza, che si tratti di assistere a un concerto in una piazza affollata o di scoprire un piccolo teatro locale. Credo fermamente che i viaggi siano la forma più pura di ispirazione e, attraverso il mio blog, desidero condividere con voi non solo itinerari e suggerimenti pratici, ma anche le emozioni e le meraviglie che ogni avventura porta con sé. Unisciti a me mentre esploriamo insieme il mondo, alla ricerca di spettacoli indimenticabili e storie da raccontare!

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