News

Sovrintendenza Siracusa, Purpura e i funzionari anti-cemento rimossi

Già il prossimo lunedì, 17 novembre, l’assessore potrebbe ricevere altre novità dalla città aretusea: presso il giudice del lavoro del tribunale è infatti prevista l’udienza per il ricorso presentato dalla dottoressa Beatrice Basile contro il provvedimento con il quale il direttore generale del dipartimento regionale dei Beni culturali, Salvatore Giglione, l’ha sospesa dall’incarico di soprintendente.

Il professore Antonio Purpura, neoassessore regionale ai Beni culturali e dell’Identità siciliana, tra le altre dichiarazioni programmatiche di questi giorni ha espresso l’intenzione di voler fare chiarezza sulla turbolenta situazione della Sovrintendenza siracusana, da anni al centro di polemiche e vicende controverse. Ad esempio già il prossimo lunedì, 17 novembre, l’assessore Purpura potrebbe ricevere altre novità dalla città aretusea: presso il giudice del lavoro del tribunale è infatti prevista l’udienza per il ricorso presentato dalla dottoressa Beatrice Basile contro il provvedimento del 3 settembre scorso, con il quale il direttore generale del dipartimento regionale dei Beni culturali, Salvatore Giglione, l’ha sospesa dall’incarico di soprintendente. Decisione amministrativa collegata alla revoca di un’altra siracusana, l’archeologa Maria Rita Sgarlata, fatta fuori dalla compagine del governo Crocetta per la nota storia della piscina prefabbricata nella sua villa. Le motivazioni che hanno portato alla sospensione della Basile rimangono tuttora misteriose. Fatto sta che la dirigente da quel momento si trova “a disposizione”, cioè senza alcun incarico specifico, al Museo archeologico Paolo Orsi, praticamente “parcheggiata” nella struttura museale di cui è stata direttrice.

Il neoassessore ai beni culturali, venendo a Siracusa, avrà certamente modo di accrescere la propria conoscenza su altri valenti funzionari della locale soprintendenza che, il solito Giglione, ha pensato bene di far “ruotare” in altre sedi. Il professore Purpura, se già non lo sa, potrà fra l’altro scoprire che Rosa Lanteri, Alessandra Trigilia e Aldo Spataro – i tre funzionari rimossi dai rispettivi ruoli di dirigenti di unità operative – nell’esercizio delle loro funzioni hanno collezionato un bel numero di richieste di risarcimenti danni, nell’ambito di ricorsi presentati da imprese costruttrici varie.

In sostanza, avendo dato pareri negativi a progetti di edificazione in aree e siti vincolati o comunque di particolare pregio ambientale e paesaggistico, Lanteri, Trigilia e Spataro sono stati e continuano a essere esposti a rischi di risarcimenti personali oltre che a continui e variegati attacchi. Nella quasi indifferenza dei vertici burocratici e politici dell’assessorato da cui dipendono (che anzi li rimuove, contribuendo a esporli ulteriormente), per loro fortuna le sentenze sono state finora favorevoli. Ad esempio, il Tar di Catania ha rigettato il ricorso di AM Group, che vorrebbe costruire 71 villette a due passi dal Castello Eurialo e che pretendeva dai funzionari della soprintendenza circa 150 milioni di risarcimento. Rigettato anche il ricorso della Cooperativa Naturalmente Casa, contro il parere negativo a edificare 501 villette nella zona di Tremilia.

Il Tribunale Amministrativo regionale catanese ha dato torto anche alla società che progetta di realizzare un villaggio turistico a Ognina (poco prima di Fontane Bianche) e a diversi soggetti, fra cui Fai Costruzioni, che hanno presentato ricorsi contro il decreto di perimetrazione del costituendo Parco Archeologico di Siracusa. Grazie all’entrata in vigore del Piano Paesaggistico, il Tar ha rigettato “per carenza d’interesse” il ricorso della Spero srl, che propone la realizzazione di un porto turistico, il Marina di Siracusa, e facilities collegate, riqualificando l’area industriale della ex Spero. Quel primo progetto prevedeva una sorta d’isola artificiale, con tanto di strutture ricettive, installata nel bel mezzo dello storico Porto Grande, il che aveva fatto insorgere all’unisono tutte le associazioni ambientaliste. La società, adesso, ha rimodulato il progetto: l’isola artificiale è scomparsa e si registrano aperture anche nel mondo ecologista. Contro i funzionari della soprintendenza, la Spero ha però presentato appello, pendente al Cga (Consiglio di giustizia amministrativa) di Palermo, a quanto pare pretendendo un risarcimento di 270 milioni di euro, cioè aumentando la cifra che ammontava a 200 milioni nel ricorso di primo grado rigettato dal Tar.

A proposito di porti turistici, permane invece il silenzio assoluto sul Marina di Archimede, i cui lavori sono da tempo interrotti per la crisi finanziaria che investe da tempo il gruppo Acqua Marcia dell’imprenditore Gaetano Bellavista Caltagirone. In tale contesto, sono comparsi altri due progetti di approdi turistici di due società locali, che si vorrebbero collocare in concorrenza uno a fianco dell’altro nello stesso tratto di mare di fronte all’obbrobrio della colata di cemento del parcheggio Talete, poche decine di metri dal mercato all’aperto di Ortigia.

© Riproduzione riservata

Redazione

Published by
Redazione