Patrizia Nettis, la giornalista di Fasano: la lotta per la verità continua dopo la sua morte
Il mistero che avvolge la morte della giornalista Patrizia Nettis, avvenuta il 29 giugno 2023 nel suo appartamento a Fasano, continua a suscitare interrogativi e tensioni. A quasi otto mesi dalla sua tragica scomparsa, oggi, martedì 11 febbraio 2024, si svolgerà un’udienza cruciale per discutere la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Brindisi. La famiglia di Patrizia, assistita dall’avvocato Giuseppe Castellaneta, ha sempre sostenuto che non si sia trattato di un suicidio e ha deciso di opporsi fermamente a questa ipotesi.
«C’è sicuramente un po’ di tensione e in questo momento siamo tutti concentrati sul contenuto dell’udienza. Noi ribadiremo sostanzialmente la nostra opposizione alla richiesta di archiviazione», ha dichiarato Castellaneta in un’intervista a Fanpage.it. La famiglia di Patrizia ha più volte chiesto che vengano effettuati accertamenti supplementari, tra cui:
«Speriamo che il giudice disponga un proseguimento dell’attività istruttoria e accolga le nostre istanze, in primis il disseppellimento della salma e l’effettuazione dell’esame autoptico», ha aggiunto l’avvocato.
Nonostante le numerose richieste, le istanze di esumazione sono state costantemente respinte, accrescendo il senso di frustrazione e impotenza della famiglia. «Ci aspettiamo che ci sia un colpo di acceleratore in questa vicenda. Più tempo passa e più dati perdiamo, l’abbiamo ribadito più volte», ha sottolineato Castellaneta, evidenziando l’urgenza di giungere alla verità.
Il caso di Patrizia Nettis non è solo una tragica storia personale, ma anche un intricato puzzle legato a relazioni interpersonali complesse. Un imprenditore è attualmente indagato per istigazione al suicidio e atti persecutori. La notte prima della sua morte, Patrizia avrebbe avuto una discussione accesa con questo imprenditore e con Francesco Zaccaria, sindaco di Fasano, con cui la giornalista aveva anche una relazione sentimentale. Testimonianze indicano che dopo la discussione, entrambi gli uomini avrebbero inviato a Patrizia messaggi minacciosi e offensivi su WhatsApp, alcuni dei quali contenevano insulti sessisti e violenti.
In particolare, uno dei messaggi recitava: «Che schifo, ma non la passa liscia questa volta. Non esiste, ha scherzato col fuoco una, anzi due volte. Ora ha finito di campare». Queste parole, cariche di una violenza sottesa, hanno sollevato ulteriori interrogativi sulla reale natura della relazione tra Patrizia e i due uomini coinvolti e sull’atmosfera di paura e intimidazione che avrebbe potuto circondarla.
Dopo un lungo silenzio, Francesco Zaccaria ha recentemente rilasciato una dichiarazione in cui esprime il suo disappunto per le illazioni e le dicerie che lo riguardano. «Oggi mi ritrovo a combattere contro dicerie e sospetti, orchestrati da gente che, al solo fine di colpirmi personalmente e politicamente, si rende protagonista di un indecente sciacallaggio sul dolore di una tragedia. Non posso più accettarlo», ha affermato il sindaco, cercando di difendere la propria immagine in un momento di grande vulnerabilità.
Tuttavia, l’avvocato Castellaneta ha risposto alle affermazioni del sindaco sottolineando che l’eventuale espletamento di un’autopsia potrebbe chiarire non solo la posizione della famiglia di Patrizia, ma anche quella di Zaccaria e dell’imprenditore indagato. «I soggetti coinvolti hanno lo stesso interesse che abbiamo noi a chiarire la dinamica dei fatti che hanno portato Patrizia a perdere la vita», ha dichiarato, evidenziando l’importanza di una verità condivisa.
La questione dell’archiviazione del caso è diventata un simbolo di una ricerca di giustizia più ampia, non solo per Patrizia, ma per tutte le donne che hanno subito violenze e intimidazioni. La pressione per ottenere chiarezza su quanto accaduto quella notte fatidica è palpabile, e la famiglia di Patrizia sta mobilitando tutte le risorse disponibili per garantire che non venga dimenticata.
Il caso di Patrizia Nettis è emblematico di una società in cui il silenzio e la paura possono oscurare la verità. La sua storia continua a sollevare domande su giustizia, responsabilità e l’importanza di dare voce a chi non può più parlare. La battaglia per la verità di Patrizia è solo all’inizio, e la famiglia è determinata a continuare a lottare, nonostante le avversità, per ottenere giustizia e onorare la memoria della loro amata.