OpenAI contro DeepSeek: le prove del presunto plagio di ChatGPT

OpenAI ha recentemente sollevato gravi accuse nei confronti di DeepSeek, una start-up cinese, sostenendo che quest’ultima ha violato i diritti di proprietà intellettuale utilizzando i modelli proprietari dell’azienda per addestrare la propria applicazione. In particolare, le preoccupazioni di OpenAI si concentrano sull’uso della tecnica di distillazione, una pratica che consente ai modelli più piccoli di apprendere da quelli più grandi, migliorando le loro prestazioni a un costo inferiore.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, OpenAI ha trovato prove evidenti che DeepSeek ha utilizzato i risultati dei suoi modelli per sviluppare una versione concorrente, infrangendo i termini di servizio dell’azienda. Questi termini stabiliscono chiaramente che gli utenti non possono “copiare” i servizi di OpenAI né utilizzare l’output per creare modelli concorrenti. Una fonte vicina a OpenAI ha sottolineato che il problema sorge quando i dati vengono estratti dalla piattaforma per costruire un modello a uso privato.

la tecnica di distillazione e le sue implicazioni

La distillazione è una tecnica comune nel settore dell’intelligenza artificiale, ma solleva interrogativi etici e legali quando viene utilizzata per costruire sistemi concorrenti. Questo fenomeno ha attirato l’attenzione di esperti e investitori, sollevando preoccupazioni su come le aziende possano proteggere i propri modelli da appropriazioni indebite. Ecco alcuni punti chiave:

  1. La distillazione consente di comprimere conoscenze complesse in modelli più piccoli.
  2. I modelli più piccoli sono più accessibili e meno costosi da gestire.
  3. Senza la dovuta autorizzazione, la distillazione può portare a violazioni di proprietà intellettuale.

Il modello di DeepSeek, noto come R1, ha suscitato un notevole interesse nel panorama tecnologico. La notizia delle sue capacità ha avuto ripercussioni immediate sul mercato azionario, in particolare per Nvidia, il principale fornitore di hardware per intelligenza artificiale. Lunedì scorso, le azioni dell’azienda sono diminuite del 17%, riducendo il suo valore di mercato di circa 589 miliardi di dollari. Gli investitori temevano che i loro ingenti investimenti in tecnologia di intelligenza artificiale potessero essere superati da questa nuova start-up. Tuttavia, il giorno seguente, il titolo ha guadagnato il 9%, insieme ad altri titoli tecnologici.

le indagini di openai su deepseek

Nel 2022, OpenAI e il suo partner Microsoft avevano già avviato indagini su alcuni account di DeepSeek sospettati di utilizzare l’API di OpenAI per scopi di distillazione non autorizzata. Le indagini hanno portato al blocco dell’accesso a tali account, evidenziando la serietà con cui OpenAI affronta le potenziali violazioni dei suoi termini di servizio.

David Sacks, noto imprenditore e investitore nel campo dell’intelligenza artificiale, ha espresso preoccupazioni riguardo a questa situazione, affermando che ci sono indizi di un possibile furto di proprietà intellettuale da parte di DeepSeek. In un’intervista a Fox News, Sacks ha spiegato che “la distillazione è una tecnica in cui un modello impara da un altro modello, in un certo senso assorbendo la conoscenza dal modello madre”. Sebbene Sacks non abbia fornito prove concrete a sostegno delle sue affermazioni, il suo commento ha aggiunto pressione pubblica e mediatica su DeepSeek.

DeepSeek ha dichiarato di aver utilizzato un numero limitato di schede grafiche Nvidia H800 e di aver investito circa 5,6 milioni di dollari per addestrare il proprio modello V3, che vanta 671 miliardi di parametri. Questo investimento è considerevolmente inferiore a quello sostenuto da OpenAI e Google per lo sviluppo di modelli comparabili. Tuttavia, alcuni esperti hanno notato che le risposte generate dal modello R1 di DeepSeek sembrano riflettere l’output del modello GPT-4 di OpenAI, il che potrebbe configurare una violazione dei termini di servizio.

la crescente discussione sulla proprietà intellettuale nell’ia

La questione della distillazione e dell’uso improprio dei modelli di intelligenza artificiale è diventata un argomento di crescente discussione nel settore. È prassi comune per molti laboratori di intelligenza artificiale, sia in Cina che negli Stati Uniti, sfruttare i risultati ottenuti da aziende leader come OpenAI. Questi laboratori spesso impiegano risorse significative per formare i propri modelli con l’obiettivo di migliorare la qualità delle risposte generate, il che richiede un notevole investimento di tempo e denaro.

Il caso di DeepSeek e OpenAI rappresenta un momento cruciale nel dibattito più ampio sulla proprietà intellettuale nell’era dell’intelligenza artificiale. Man mano che queste tecnologie avanzano e si integrano sempre più nella nostra vita quotidiana, sarà fondamentale definire chiaramente i confini legali e etici riguardo all’uso e alla condivisione delle conoscenze tra le aziende. La crescente tensione tra innovazione e protezione della proprietà intellettuale continuerà a essere un tema caldo nelle discussioni future sullo sviluppo dell’IA.

Valerio Carli

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