La storia che sto per raccontarvi è quella di mio padre, Rinaldo, un uomo di 80 anni residente in Puglia. È un racconto incredibile e assurdo che solleva interrogativi sull’efficienza e sull’umanità delle istituzioni. Ho deciso di condividerla dopo aver appreso di un altro signore a Foggia che ha vissuto un’esperienza simile. Quello che è accaduto a mio padre rappresenta una problematica che può colpire chiunque, ma che spesso viene ignorata.
Tutto è iniziato a dicembre 2022, quando la nostra famiglia ha ricevuto una lettera da una compagnia assicurativa. Il contenuto era allarmante: “Ai beneficiari di…”. La nostra prima reazione è stata di incredulità. “Beneficiari? Ma mio padre è vivo!”, ho pensato. Dopo aver chiesto spiegazioni, ci è stato detto che c’era stata una confusione con un omonimo, residente in Germania, ma con legami a Cosenza. È incredibile come un errore di identificazione possa avere conseguenze così gravi.
Viviana Gentile, la protagonista di questa storia, ha ben spiegato che i decessi vengono registrati non solo con il nome, ma attraverso il codice fiscale, un sistema che dovrebbe garantire l’unicità e l’accuratezza delle informazioni. Tuttavia, la nostra esperienza ha dimostrato che un errore umano può portare a situazioni surreali.
Grazie al suo intervento, il 3 febbraio la pensione di mio padre è stata finalmente erogata, insieme a quella di gennaio. Ma cosa ha causato tutto questo? Ancora una volta, l’errore riguardava l’omonimo che due anni fa era stato identificato come mio padre. È incredibile pensare che un uomo possa essere dichiarato morto due volte senza alcun motivo valido.
Se non fosse stato per il supporto della mia famiglia, chi avrebbe potuto aiutare mio padre in questo labirinto burocratico? È una riflessione amara, ma ci sono tantissime persone anziane che si trovano sole e che potrebbero non avere la forza o le risorse per affrontare situazioni simili. Non voglio porre l’accento solo sulla mancanza di erogazione della pensione, ma sul fatto che un uomo di 80 anni è stato dichiarato morto senza alcuna giustificazione.
Questa esperienza mi ha fatto capire quanto sia importante il supporto delle istituzioni, ma anche quanto sia fondamentale la vigilanza dei familiari. Anche se la situazione è stata risolta, non ho alcuna garanzia che non possa ripetersi. La burocrazia, purtroppo, è spesso lenta e farraginosa, e in situazioni come queste la vita di una persona può essere messa in discussione da un semplice errore.
La storia di mio padre è solo una delle tante che potrebbero essere raccontate. È una questione di civiltà e di rispetto per le persone che hanno lavorato duramente per costruire una vita dignitosa. Non voglio che altri debbano affrontare simili disagi. Spero che la mia esperienza contribuisca a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così delicato e importante. La dignità delle persone anziane deve essere preservata e tutelata, non solo attraverso leggi e regolamenti, ma anche con un approccio umano e comprensivo da parte delle istituzioni.