Negli ultimi anni, il commercio elettronico ha conosciuto una crescita esponenziale, specialmente a seguito della pandemia di Covid-19. La comodità di acquistare qualsiasi cosa con un semplice clic e i prezzi competitivi hanno spinto sempre più consumatori verso le piattaforme online. Tuttavia, accanto ai vantaggi evidenti, esiste un lato oscuro che merita attenzione: il destino dei pacchi smarriti o non recapitati.
Ogni anno, milioni di pacchi ordinati online vengono persi in Europa per vari motivi, tra cui indirizzi errati e problemi logistici. Secondo l’analisi del Delivery Index di Netcomm, nel 2024 sono stati spediti ben 186 milioni di pacchi in Italia, con un incremento del 13,5% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, una parte significativa di questi ordini non arriva mai a destinazione, creando inefficienze e costi elevati per le piattaforme di e-commerce.
Quando un pacco viene dichiarato smarrito, il consumatore ha diritto a un rimborso. Tuttavia, il costo di reintegrare gli articoli non recapitati è così elevato che molte aziende preferiscono distruggere i pacchi non consegnati piuttosto che rimetterli nel sistema. Questa scelta porta a un aumento della produzione di rifiuti e a un impatto ambientale significativo, già compromesso dal packaging e dai trasporti, responsabili rispettivamente del 75% e del 15% delle emissioni di gas serra legate al commercio elettronico.
Con una crescente consapevolezza ambientale, è fondamentale considerare le implicazioni delle nostre abitudini di acquisto online. Un documentario di Netflix, “Buy Now – L’inganno del consumismo”, affronta queste tematiche, rivelando come i marchi manipolino le nostre scelte di consumo e l’effetto che queste decisioni hanno sull’ambiente e sulla società.
Ma cosa succede concretamente a questi pacchi smarriti? Una startup francese, King Colis, ha trovato un modo innovativo per affrontare questo problema. Acquistando pacchi non reclamati da piattaforme di e-commerce, l’azienda evita che vengano gettati in discarica. I pacchi vengono poi rivenduti a prezzi convenienti, incoraggiando un approccio eco-responsabile e contribuendo all’economia circolare.
Ogni mese, in Europa, vengono distrutti circa 150 tonnellate di pacchi tra smarriti, resi e overstock. King Colis recupera il 70% dei pacchi smarriti e il 30% di quelli derivanti da resi o scorte in eccesso. Le vendite avvengono in pop-up store, dove i clienti possono acquistare i pacchi “a peso”, senza sapere cosa contengono fino all’apertura. Questo approccio non solo offre un’esperienza di acquisto unica, ma incoraggia anche una mentalità più sostenibile tra i consumatori.
La vendita dei pacchi avviene a prezzi accessibili; ad esempio, 100 grammi di pacchi standard costano 1,99 euro, mentre quelli di Amazon sono venduti a 2,79 euro per la stessa quantità. Questa iniziativa ha riscosso un enorme successo, trasformando il concetto di acquisto in un’avventura di “caccia al tesoro”. I visitatori delle vendite flash possono trovare tra i pacchi una vasta gamma di articoli, dai prodotti tecnologici a quelli di moda, rendendo l’esperienza di acquisto entusiasmante e imprevedibile.
La situazione dei pacchi smarriti rappresenta una sfida economica per i rivenditori online e un problema significativo per i consumatori. Secondo recenti ricerche, il 66% degli acquirenti italiani eviterà di acquistare nuovamente dallo stesso negozio dopo aver avuto un problema con la consegna. Solo il 31% accetta una nuova spedizione, mentre il 18% abbandona definitivamente la piattaforma di e-commerce dopo un’esperienza negativa. Questo porta a un costo reputazionale per le aziende, oltre all’impatto ambientale delle loro pratiche.
Con l’aumento del volume delle vendite online, le problematiche legate alla logistica e alla gestione dei pacchi smarriti diventeranno sempre più rilevanti. L’industria dell’e-commerce dovrà affrontare queste sfide in modo proattivo, cercando soluzioni innovative e sostenibili per ridurre gli sprechi e migliorare l’esperienza del consumatore. In questo contesto, iniziative come quella di King Colis rappresentano un passo avanti verso un modello di business più responsabile e attento alle esigenze del pianeta.
Mentre ci abituamo sempre di più all’acquisto online, è importante mantenere un occhio critico su come queste pratiche influenzano non solo le nostre vite, ma anche il mondo che ci circonda. La consapevolezza e l’azione collettiva possono contribuire a trasformare l’e-commerce in un settore più sostenibile e favorevole all’ambiente, riducendo il numero di pacchi smarriti e promuovendo una cultura di consumo responsabile.