Il Gordo rifà la sua vita dopo l'omicidio di Federica Squarise: ora è sposato con una donna del carcere
Nel marzo del prossimo anno, Víctor Díaz Silva, noto come “el Gordo”, completerà la sua pena per l’omicidio di Federica Squarise, una giovane padovana di 23 anni assassinata nel 2008 a Lloret de Mar, in Spagna. La sua storia ha riacceso l’attenzione dei media e della comunità, non solo per la brutalità del crimine, ma anche per la sorprendente trasformazione di Díaz Silva, che ora vive una nuova vita, già sposato.
Federica era in vacanza con un’amica quando incontrò Díaz Silva in un bar. L’uomo, un clandestino originario dell’Uruguay, tentò un approccio che la ragazza rifiutò. Nonostante il suo rifiuto, Díaz Silva la portò in un’area isolata, dove avvenne l’omicidio. Il corpo di Federica fu trovato il 7 luglio 2008, nascosto in un parco vicino al centro di Lloret de Mar, dopo che la sua scomparsa era stata segnalata dai familiari. La polizia arrestò il Gordo due giorni dopo, a 200 chilometri di distanza dal luogo del delitto.
Dopo aver confessato l’omicidio, Díaz Silva fu condannato a 17 anni e 9 mesi di carcere. La sua pena è stata segnata da una serie di controversie legali:
Il primo permesso premio gli è stato concesso nel 2018, dieci anni dopo l’omicidio. Questa notizia ha suscitato indignazione tra i familiari di Federica, che continuano a vivere con il dolore e la mancanza della giovane. Oltre al trauma emotivo, la famiglia affronta anche la questione del risarcimento economico deciso dal giudice, che non è mai stato corrisposto poiché l’uomo è nullatenente.
La vicenda di Díaz Silva si complica ulteriormente con il suo recente matrimonio. Ha incontrato una donna mentre era in carcere e si sono sposati. Questo nuovo legame ha suscitato polemiche, poiché molti vedono nel matrimonio un modo per ricostruire la propria vita dopo aver commesso un crimine così efferato. La donna, la cui identità non è stata rivelata, ha scelto di stargli accanto nonostante la gravità delle sue azioni.
Mentre il Gordo si fa strada verso una nuova vita, i familiari di Federica si sentono sempre più abbandonati dal sistema giudiziario. La pena inflitta a Díaz Silva è stata considerata clemente dalla famiglia, che sostiene che l’omicidio non possa essere giustificato da un’attenuante come la collaborazione con la giustizia. Inoltre, il fatto che non sia stato condannato per stupro ha suscitato ulteriori polemiche.
La storia di Federica Squarise e la sua tragica fine rappresentano una ferita aperta per la comunità padovana. La giovane era amata e rispettata, e la sua morte ha scosso non solo la sua famiglia, ma anche tutti coloro che la conoscevano. La sua vita è stata spezzata in un momento di spensieratezza, mentre si trovava in vacanza, e il ricordo di quel terribile evento continua a vivere nei cuori di chi l’ha amata.
Con la prossima liberazione di Díaz Silva, la questione della giustizia e della riparazione continua a essere centrale. La legge spagnola consente a un detenuto di rifarsi una vita, ma per i familiari di Federica, questo sembra un affronto al dolore che portano con sé. La loro attesa di giustizia e risarcimento si fa sempre più pesante, mentre la vita del Gordo sembra continuare senza alcuna conseguenza apparente.
La storia di Díaz Silva è un promemoria della complessità e delle contraddizioni all’interno del sistema giudiziario. Le leggi che offrono opportunità di reinserimento per i detenuti possono generare discussioni accese, specialmente quando i crimini commessi sono di una gravità incommensurabile. La vita di Federica Squarise rappresenta una memoria che non può essere dimenticata, e il suo caso rimarrà un simbolo della lotta per la giustizia e la dignità delle vittime.