Eni e l’economia circolare: innovazione e rinascita dei terreni industriali attraverso il riciclo

Negli ultimi anni, l’attenzione verso la sostenibilità e l’economia circolare è aumentata considerevolmente. In questo contesto, Eni, uno dei principali colossi energetici italiani, sta svolgendo un ruolo pionieristico nella transizione verso un modello economico più sostenibile. Con il suo impegno per la riduzione degli sprechi e la valorizzazione degli scarti, Eni sta dimostrando che è possibile integrare innovazione tecnologica e sostenibilità, contribuendo così al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030.

Iniziative di economia circolare

Nel Rapporto di sostenibilità Eni for 2023, intitolato “A Just Transition”, l’azienda evidenzia come l’economia circolare rappresenti una leva fondamentale per lo sviluppo della società, in linea con gli obiettivi globali di conservazione della natura. Tra le iniziative più rilevanti c’è la linea Versalis Revive®, un progetto innovativo che si concentra sulla produzione di materiali polimerici sostenibili. Questa linea include una varietà di prodotti, come stirenici, elastomeri e polietilene, realizzati utilizzando materie prime da riciclo. Il cuore di questo progetto è il riutilizzo e la trasformazione di scarti di plastica e gomma in nuovi prodotti di alta qualità, destinati a diverse applicazioni industriali.

Riconversione delle raffinerie

Uno degli aspetti più interessanti dell’economia circolare di Eni è la riconversione delle raffinerie tradizionali in bioraffinerie. Questo processo non solo riduce l’impatto ambientale delle attività di raffinazione, ma crea anche nuove opportunità per il rilancio di terreni industriali, molti dei quali erano stati abbandonati o sottoutilizzati. In Italia, Eni ha avviato una trasformazione significativa attraverso la controllata Enilive, con impianti a Venezia Porto Marghera e Gela. Questi stabilimenti, precedentemente dedicati alla raffinazione di petrolio, sono stati riconvertiti per produrre biocarburanti a partire da materie prime di scarto, come gli oli usati per la cottura e i residui dell’industria agroalimentare.

Utilizzando la tecnologia Ecofining™, sviluppata in collaborazione con Honeywell-UOP, Eni riesce a trasformare queste materie prime in biocarburante idrogenato (HVO – Hydrotreated Vegetable Oil). Questo biocarburante viene distribuito attraverso le Enilive Station con il marchio HVOlution, rappresentando un’alternativa sostenibile ai combustibili fossili tradizionali. La transizione verso l’uso di biocarburanti si inserisce in un quadro più ampio di strategie volte a ridurre le emissioni di carbonio e a promuovere una mobilità più sostenibile.

Espansione internazionale e futuro

Oltre ai progetti in Italia, Eni sta espandendo la sua presenza nel settore delle bioraffinerie a livello internazionale. Negli Stati Uniti, l’azienda partecipa alla gestione della bioraffineria SBR di Chalmette, in Louisiana, in joint venture con PBF Energy. Questo impianto rappresenta un esempio concreto di come l’innovazione possa guidare la transizione energetica, sfruttando risorse locali e contribuendo allo sviluppo di un’economia più sostenibile.

Eni non si ferma qui; l’azienda ha in programma di avviare entro il 2026 il progetto di conversione in bioraffineria dello stabilimento di Livorno. Questo progetto non solo porterà a una maggiore produzione di biocarburanti, ma offrirà anche opportunità di occupazione e sviluppo per le comunità locali, contribuendo al rilancio economico di un’area che ha sofferto a causa della crisi industriale.

In sintesi, l’economia circolare di Eni non è solo un modo per ridurre gli sprechi e valorizzare gli scarti; rappresenta anche un’opportunità per innovare, creare posti di lavoro e rilanciare territori industriali, dimostrando che è possibile coniugare sviluppo economico e sostenibilità ambientale.

Clara Giuli

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